venerdì 15 maggio 2015

Recensione . 3096 giorni-

Autore:  Natascha Kampusch

Titolo:  3096 giorni

Casa Editrice: Bompiani

Collana : Overlook

Genere: Storia vera

Pagine: 293

Formato: Brossura



Costo: Avuto in scambio. Su Immondadori ho visto che un'edizione si aggira su i 3 euro.

Trama:

Natascha Kampush ha dieci anni quando viene rapita. Troverà la libertà dopo 3096 giorni, oltre otto anni dopo, riuscendo a fuggire dall'appartamento in cui veniva segregata. Il rapitore, disperato per l'abbandono, si suicida. Il loro non era, infatti, un "semplice" rapporto di violenza e sottomissione. Tutta la lunga prigionia alterna momenti di violenza a momenti di tenerezza. Il rapitore vede crescere Natascha, la vede trasformarsi da bambina a ragazza. Le concede a un certo punto di uscire dalla cantina in cui era rinchiusa, per salire nell'appartamento di lui e farsi un bagno, talvolta invitandola nel suo letto per avere affetto e tenerezza, ma poi la picchia e la umilia, arrivando a negarle il cibo. L'atteggiamento dell'uomo (che per altri versi le concede di disegnare, di usare il computer) è simile a quello del mitico Pigmalione, disgustato dalle donne reali e deciso a costruirsene una perfetta con le proprie mani. Il loro lungo rapporto va avanti così per più di otto anni: Natascha riesce evidentemente ad avere un ascendente su di lui, in un rapporto di dipendenza reciproca che gli psichiatri conoscono. Fino a che Natasha, dopo molte riflessioni, decide di "abbandonarlo" e di fuggire, trovando finalmente la libertà e, lentamente, una sua nuova vita. Quasi normale.

Recensione:

Ammetto che anche a distanza di tempo da questa lettura scriverne una recensione  mi mette un po' in difficoltà. Di solito si parte da un ' mi è piaciuto' o un 'non mi è piaciuto', con le varie sfumature( mi piaciuto poco,  non mi ha entusiasmato particolarmente etc etc). Ma quando si tratta di un libro come questo non è certo una questione di piacere o meno. Quando si tratta di una storia vera, per di più autobiografica,  di una vicenda così triste, cruda, si tratta solo di pugni allo stomaco.  
Una bambina che viene rapita all'età di dieci anni e tenuta prigioniera, segregata e umiliata, è una cosa inaccettabile, e che  non dovrebbe mai accadere. E' orribile che un uomo faccia quello che il sequestratore ha fatto  patire alla povera Natascha: la rapisce dal suo mondo, strappandola alle persone a lei più care, e rubandole  gli anni dell'adolescenza, che per ogni genitore sono un incubo, ma che sono anche gli anni più belli e pieni di ognuno di noi. Per più di otto anni quell'uomo sarà il solo contatto  che Natascha avrà con il mondo esterno. L'unico in grado di provvedere a lei. Lui deciderà tutto per lei. Leggendo questo libro la prima domanda che uno si pone è come una creatura abbia potuto sopportare tutto questo, come abbia potuto sopportarlo.  Penso di essere d'accordo con lei quando dice di esserci riuscita perché inizialmente era una bambina e i bambini ,si sa, si adattano molto più facilmente alle varie situazioni. Non aveva scelta, è vero, però penso  che  per un adulto sarebbe stato molto più difficile, se non impossibile, adattarsi a una situazione tanto disumana. Leggendo questo libro si vorrebbe solo poter tornare indietro nel tempo per salvare quella bambina. 
Natascha Kampush con uno stile semplice, scorrevole, e in alcuni punti addirittura 'freddo', quasi a voler prendere le distanze, come se quelle cose non fossero successe a lei, ci insegna che male e bene non sono due poli opposti  che non si incontrano mai, separati da una linea netta. No, male e bene possono anche essere due facce della stessa medaglia. Una persona apparentemente 'per bene', come chi l'ha rapita, può avere un lato oscuro. Una persona malvagia, per contro, può anche fare atti di gentilezza. Luce ed Ombra possono convivere.  Le cose brutte accadono, accadono tutti i giorni, ma  non devono per forza buttarci giù e rovinare ogni cosa, Natascha ci insegna che queste cose possono anche renderci più forti. Anche se spesso il mondo non lo capirà. Lei ha avuto la forza di scappare e di riprendersi la sua libertà. Forse non ci è ancora riuscita del tutto, ma penso che ora sappia quanto è forte , e che si può sempre ricominciare.
Chiedo scusa se questa recensione non è stata come le altre, ma veramente, descrivere quello che  il libro mi ha trasmesso, le emozioni  che ho provato, è davvero difficile, e non credo che ci siano parole che possano renderlo in modo migliore.   

Citazioni:

''Non è facile spiegare  cosa provochino in un essere umano  l'isolamento. le percosse, le umiliazioni. Dire come, dopo aver subito maltratta,menti, già il rumore  di una porta  susciti un tale panico che non si riesce più a respirar, e tanto meno a correre. Raccontare come il cuore si metta a battere più veloce,mente, come il sangue ronzi nelle orecchie  e poi, improvvisamente, nel cervello si spenga un interruttore. Si diventa incapaci di agire, la m,ente si arresta. ''

''Crmini come quello  da me subito, permettono di stabilire il contrasto stridente, bianco e nero, che sta alla base delle categorie  del Bene e del Male  [...]Il rapitore deve essere una bestia, in modo che possiamo rimanere dalla parte del bene.[...] E la vittima deve essere una persona distrutta e rimanere tale, in modo che l'esternazione del Male sia possibile.  Una vittima che non accetta questo ruolo, personifica la contraddizione esistente nella società. E questo nessuno desidera vederlo. Perché allora ci si dovrebbe confrontare con se stessi.''

Consigliato:  Solo se vi sentite pronti per leggerlo.

2 commenti:

  1. Come ti capisco Sonia.. è impossibile recensire lucidamente questo libro ♥

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    1. Già, credo che solo chi lo abbia letto possa capire.

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