venerdì 21 giugno 2013

Il mondo prima del buio.



Autore: Fabrice Humbret
Titolo:  Il mondo prima del buio
Casa Editrice: Piemme
Collana: /
Genere: Romanzo
Pagine:327
Formato: Rilegato
Costo:  Il libro mi è stato prestato, sul retro della copertina c’è scritto 17€
Consigliato: nì

Trama
Spesso i segreti di famiglia sono il prezzo della rispettabilità. E più la famiglia è rispettabile, più inconfessabili sono i segreti. Come scopre sulla sua pelle un giovane professore francese il giorno in cui, in gita scolastica a Buchenwald, vede in una foto un prigioniero che assomiglia come una goccia d'acqua a suo padre. Eppure nessuno nella famiglia Fabre, borghese fino al midollo, con il nonno sotto- prefetto ai tempi dell'occupazione nazista, ha mai conosciuto i campi di sterminio. Spinto dalla curiosità e dalle risposte evasive del padre, l'uomo inizia a indagare. Quella che emerge poco alla volta è la storia di due famiglie nella Francia degli anni Trenta: i ricchi Fabre e i Wagner, ebrei di umili origini. La storia di David Wagner, affascinante e ambizioso, e della bellissima Virginie, moglie di Marcel Fabre. La storia di un amore proibito, di un fuoco che una volta acceso non può far altro che bruciare. Incurante di ben altri fuochi, che dalla Germania si estendono ovunque. Si sa che gli amanti bastano a se stessi. Mentre procede nella ricerca, il giovane professore avverte che dietro la compostezza senza cedimenti della sua famiglia si celano sentimenti torbidi e cupi, come un fiume carsico che sente scorrere anche dentro di sé. Perché non ci si sbarazza facilmente del passato familiare, anche quando non lo si conosce. Seguendo le tracce di David Wagner, rivivendo con lui i giorni infernali del campo di concentramento, il giovane si ritrova faccia a faccia con sconvolgenti verità.


Opinione personale:

Ho letto questo romanzo perché la trama sembrava interessante. Ma è semplicemente un libro carino: niente di più niente di meno. La trama di per se  potrebbe anche essere interessante se solo si avesse almeno l’impressione che l’ io narrante si sentisse un minimo coinvolto. Lo stile di scrittura poi in alcuni passaggi risulta un po’ troppo pesante. Non ricco di paroloni, eppure sembra più un testo scolastico in alcuni punti, più che un romanzo quale dovrebbe essere. Un lato positivo sono i dialoghi che, contrariamente a tanti altri libri , non  sono troppi e mai fuori luogo. Ho letto altri libri sull’olocausto fatti meglio.  Non mi sento di sconsigliarlo totalmente, perché non è proprio malaccio, solo non era quello che mi aspettavo. Peccato.




Citazioni 

“A ognuno spetta trovare la fonte e il luogo del male. Non sembra vano scoprirlo, strapparlo e fare piazza pulita.”

“Ho voluto sapere ciò che sono diventati i colpevoli perché la memoria dei morti ha due volti: quello dell’uomo caduto a terra e quello dell’uomo che l’ha fatto cadere.”

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