martedì 24 marzo 2020

Recensione: La ragazza con la bicicletta rossa


Autore:  Monica Hesse

Titolo:  La ragazza con la bicicletta rossa

Casa Editrice: Piemme

Collana: Piemme

Pagine: 298

Genere: Romanzo

Formato: Cartaceo



Trama:

E l'inverno del 1943 ad Amsterdam. Mentre i cieli europei sono sempre più offuscati dal fumo delle bombe, Hanneke percorre ogni giorno, con la sua vecchia bicicletta rossa, le strade della città occupata. Ma non lo fa per gioco, come ci si aspetterebbe da una ragazzina della sua età. Hanneke è una "trovatrice", incaricata di scovare al mercato nero beni ormai introvabili: caffè, tavolette di cioccolato, calze di nylon, piccoli pezzetti di felicità perduta. Li consegna porta a porta, e lo fa per soldi, solo per quello: non c'è tempo per essere buoni in un mondo ormai svuotato di ogni cosa. Perché Hanneke, in questa guerra, ha perso tutto. Ha perso Bas, il ragazzo che le ha dato il primo bacio, e ha perso i propri sogni. O almeno così crede. Finché un giorno una delle sue clienti, la signora Janssen, la supplica di aiutarla, e questa volta non si tratta di candele o zucchero. Si tratta di ritrovare qualcuno: la piccola Mirjam, una ragazzina ebrea che l'anziana signora nascondeva in casa sua Hanneke, contro ogni buon senso, decide di cercarla. E di ritrovare, con Mirjam, quella parte di sé che stava quasi per lasciar andare, la parte di sé in grado di sperare, di sognare, e di vivere.



Recensione:

E' passato un po' di tempo da quando ho letto questo libro, circa un mesetto e mezzo, e sono ancora qui a non sapere bene cosa fare . Pigrizia? Non voglia? Anche, ma non è quello - in un mese e mezzo  la voglia e il tempo lo trovi, cavolo-   è  che ...bho.
Non lo so vi è mai capitato d'imbattervi in un libro che quando lo finisci sai  che non è un brutto libro, ma non riesci a capire esattamente cosa ne pensi? Ecco, è così che mi sento nei confronti di questo libro. Quindi è difficile trovare le parole per fare una recensione che abbia un senso, ma prima o poi  dovrò farlo no? Tanto vale provarci, allora.
Come raccontato  dalla trama che vi ho lasciato sopra, in questa storia siamo nel 1943, in inverno. Piena Seconda Guerra mondiale. La nostra protagonista è Hanneke, una ragazza che come tutti gli altri, è stata segnata dai tragici eventi storici che si è trovata a dover vivere. Ma   non si è lasciata abbattere: oltre ad un lavoro ufficiale, ha anche un secondo lavoro non ufficiale: contrabbanda merce per  le persone del quartiere: sigarette, qualche articolo di make up, carne, cose di non facile reperibilità. E' un lavoro rischioso, ma che le permette di guadagnare qualche extra per aiutare la madre e il padre. La guerra l'ha cambiata, inevitabilmente, e la ragazzina romantica di un tempo ha lasciato spazio, a una ragazza più dura, che vive nel ricordo del suo amore per Bas, il suo ragazzo morto in guerra. Ha imparato a pensare solo a se stessa e ai suoi interessi. Quindi l'ultima cosa che vuole è mettersi nei guai per ritrovare Mirjam, una ragazza ebrea che una delle sue clienti teneva in casa di nascosto, ma che risulta scomparsa. Hannake non vuole problemi, e in un primo momento rifiuta. Poi però, inspiegabilmente si metterà ala ricerca della ragazza. Questo la porterà a guardarsi intorno, a conoscere persone straordinarie che rischiano la vita per qualcosa di più grande: salvare innocenti.  Hannake nel cercare Mirjam, riscoprirà la vecchia ragazzina che era un tempo: quella capace di provare emozioni.
La storia è narrata in modo semplice dall'autrice, forse un po' prolisso in alcuni punti, ma niente di fastidioso.  E ci regala, oltre a stupende descrizioni dei paesaggi di Amsterdam, anche personaggi di un certo spessore letterario e un colpo di scena finale davvero inaspettato. Quello che non mi ha convinta è stato proprio il finale. Non per la storia e il colpo di scena, ma per la crescita della protagonista. E' difficile  spiegare.  Si, Hanneke ha scoperto nuove realtà, è a ricominciato  a sperare, ma rimane  tutto li.  Cioè non sembra che queste nuova consapevolezza, di se e degli altri, abbiano avuto una ripercussione  sulla sua vita, o quanto meno l'autrice, a mio parere, non lo lascia intendere, e tu rimani li a dirti ' Si tutto molto bello, ma ...allora? Dove vuoi andare a parare? Vi assicuro che questo aspetto mi ha lasciata l'amaro in bocca impedendomi di provare empatia con la protagonita.
E' un bel libro perché raccontare di un momento storico tanto particolare non è mai facile, soprattutto non lo è rendere bene  i disagi e gli orrori di una guerra, ma l'autrice è stata brava in questo. Non è stata altrettanto brava  a dare un finale e una ' morale' al suo libro. Peccato, perché di libri che parlino, che mostrino gli orrori della guerra spingendo la gente a riflettere e a non dimenticare, ce ne vorrebbero di più.  Però allo stesso tempo dovrebbero avere uno scopo,  non dico una lezione perché qui il messaggio è chiaro,  non ci sei solo tu che soffri, ma una conclusione, un cambiamento significativo si.   O forse ero che avevo aspettative troppo alte.


Citazioni:

''Quando le cose finiscono in un modo che non ti aspetti, che non avevi neppure mai immaginato, arrivano davvero una conclusione? Significa che devi continuare a cercare risposte migliori, che non ti tengono sveglia la notte? O significa che il momento di lasciarle andare?''

''Il mio dolore è così: una stanza disordinata in una casa in cui è andata via la corrente.''  


Consigliato: Ni

Voto: 5 +

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